Amici del Centro Storico di Arona

Chiesa di Santa Marta

La chiesa di Santa Maria di Loreto, oggi detta di Santa Marta per via della confraternita ad ella consacrata, è il gioiello seicentesco che replica al suo interno la Santa Casa di Loreto. Oggi, oltre che rimanere luogo sacro, è visitata e apprezzata da migliaia di turisti di tutto il mondo grazie al nostro volontariato che la tiene aperta nei fine settimana.

Aperture

Nel limiti del possibile, l’associazione tiene aperta la chiesa di Santa Marta per far conoscere il patrimonio artistico che contiene. 

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Visitatori nel 2023

La Santa Casa ieri

...durante restauro

...oggi

La storia dell'edificio

Margherita Trivulzio

Nacque a Milano nel 1534. Nel 1554 sposò il cugino di secondo grado Giulio Cesare Borromeo,  da cui ebbe il figlio Federico che divenne Cardinale e in seguito Arcivescovo di Milano.

La pietra di fondazione della chiesa Santa Maria di Loreto viene posata nel dicembre 1592 sulle rovine di una chiesetta trecentesca, dedicata a santa Caterina e demolita nel 1581, perché pericolante e fatiscente. A volere il nuovo edificio di culto Margherita Trivulzio in Borromeo, madre del cardinal Federigo, cugino di san Carlo Borromeo, e devota alla Santa Casa di Loreto. Collocata in Piazza del Popolo, di fronte all’antico porto, a partire dal 1650, la chiesa viene affidata alla custodia della Confraternita di Santa Marta e della Santissima Trinità, che ne mantiene la gestione fino allo scioglimento, avvenuto nel periodo a cavallo fra le due guerre mondiali. Interessata da diverse fasi di ristrutturazioni e abbellimenti, condotti in prevalenza da architetti provenienti dal Duomo di Milano (Tibaldi, Bassi, Richino), oltre che un affresco dedicato alla Madonna della Cintura, ultimo reperto dell’edificio precedente, e la copia dal vero della Casa di Loreto, la chiesa può vantare un patrimonio significativo, opera di alcuni artisti di grande rilievo (Prestinari, Gianoli, Tiberino). Dopo un trentennio caratterizzato dalla riduzione del numero di funzioni religiose e, di conseguenza, della frequentazione e della conoscenza da parte della popolazione locale e non, a partire dal 2010, grazie all’impegno dell’Associazione Amici del Centro Storico, è divenuto nuovamente possibile garantirne l’apertura nei fine settimana e nel corso delle principali celebrazioni liturgiche, permettendo anche, a richiesta, la visita di gruppi di turisti e appassionati d’arte. Complice di questa rinascita anche il progetto di restauro complessivo dell’edificio, che, avviato nel 2013, con un primo lotto dedicato alla facciata, si propone oggi di intervenire sulle superfici interne e sui reperti mobili e sul coro.

Descrizione tecnica

L’edificio è a impianto longitudinale a nave unica, coperto da una volta a botte unghiata sulla destra, parallelamente al corpo principale si trova la sagrestia rettangolare con volta a padiglione. All’interno dell’aula è posta la Santa Casa, in marmo nero, impreziosita dalla statua della Vergine affiancata da angeli e santi; le pareti dell’invaso interno sono percorse da lesene binate con capitello composito; nelle unghie, con ritmo alternato, vi sono finestre rettangolari autentiche e dipinte, le membrature architettoniche della volta sono riprese da una modesta decorazione a tempera. La facciata, in marmo chiaro di Arona e di raffinata fattura, si pone quasi a sipario dell’invaso esterno molto modesto: la fronte, montata su un alto basamento in pietra (la cui altezza determina quella della scala del Richini) è divisa in due zone da un robusto cornicione: nella zona inferiore lesene a fascio marcano gli spigoli e inquadrano due nicchie e il portale, coperto dal portico Richiniano, la parte superiore riprende la partitura e gli elementi di quella inferiore, dalla quale differisce per l’adozione della grande finestra centrale con timpano ricurvo in luogo del portale sottostante. La già citata scala del Richini ha doppia rampa con balaustra in pietra ed è conclusa dal piano di accesso all’interno della chiesa, coperto dal portico sostenuto da colonne ioniche binate. L’edificio, in forte aggetto rispetto allo allineamento della piazza, è munito di campanile a canna liscia, con cornici ricurve sul castello delle campane, coperto a cupolino

L'altare

Subito all’ingresso appare l’altare maggiore, di particolare interesse artistico, con al centro la statua in marmo dell’Assunta di Marco Antonio Prestinari, collocata nel luglio 1613. L’opera interpreta, con linguaggio ormai barocco, il modello aulico di Annibale Fontana nella chiesa di Santa Maria presso San Celso di Milano. Sull’altare barocco altre quattro statue, d’epoca posteriore e di autore non conosciuto: quelle superiori rappresentano l’Annunciazione con l’Angelo e la Madonna, quelle inferiori le sorelle Marta e Maria di Betania, la prima, secondo una tradizione medievale, intenta a schiacciare la testa del mostro Tarasque, la seconda identificata nella tradizione popolare con Maria Maddalena con il contenitore di unguenti profumati.

Statua Santa Marta a sinistra dell'altare principale

La leggenda di Santa Marta e la Tarasca

Nella legenda aurea, Marta di Betania, assieme a sua sorella Maria di Betania, raggiunse le coste provenzali nel 48 d.C., in seguito alle persecuzioni in patria. Più precisamente approdarono nella zona della Camargue, nel paese attualmente chiamato Saintes-Maries-de-la-Mer. Qui trovarono un mostro, chiamato Tarasca, che venne ammansito da Santa Marta grazie alla preghiera: ad ogni Ave Maria recitata la Tarasca si rimpiccioliva in dimensioni. Quando divenne completamente innocua, Marta la condusse nella città di Nerluc, che poi (in onore della Tarasca) prese il nome di Tarascona; nell’emblema della città è presente l’immagine della creatura mostruosa. Qui però i cittadini uccisero la creatura. Ancora oggi l’uccisione della Tarasca è celebrata a Tarascona l’ultima domenica di giugno.

Crocifisso ligneo

L’unico affresco della chiesa si trova all’interno della Casa di Loreto; si tratta di un dipinto raffigurante la Madonna con il Bambino fiancheggiati dagli stemmi dei Borromeo, risalente al 1520 circa. Prima di essere collocato nell’attuale sede, era posto sulle pareti di un edificio sul lungolago e, poiché, in occasione della peste del 1523, gli furono attribuite proprietà miracolose, nel 1599, dopo che fu eretta la Santa Casa, venne staccato e quindi trasferito.

Madonna delle Grazie

L’unico affresco della chiesa si trova all’interno della Casa di Loreto; si tratta di un dipinto raffigurante la Madonna con il Bambino fiancheggiati dagli stemmi dei Borromeo, risalente al 1520 circa. Prima di essere collocato nell’attuale sede, era posto sulle pareti di un edificio sul lungolago e, poiché, in occasione della peste del 1523, gli furono attribuite proprietà miracolose, nel 1599, dopo che fu eretta la Santa Casa, venne staccato e quindi trasferito.

Madonna delle grazie prima del restauro della Santa Casa

La preghiera alla
Madonna delle Grazie

O Vergine Maria,
guarda con bontà coloro che soffrono,
che lottano contro le difficoltà
e che vivono nel dolore.
Fai, o Vergine, che ogni creatura
possa amare ed essere amata.
Dà a tutti la speranza, la gioia, la pace.
Fammi sorridere, o Madre,
anche tra le lacrime, nel dolore,
giacché tutto può essere trasformato
in amore verso Dio,
in comunione verso i fratelli.
Fammi seminare letizia, gioia,
ottimismo, o Madre santissima,
affinché chi mi sta vicino senta
che la vita ha un senso e gli venga voglia
di cantare e lodare il nostro Dio
«perfetta Beatitudine».